(1) Perché le Scritture erano tenute celate da sigilli, velate dunque, e rese così illeggibili ed incomprensibili per tutti quelli nati da una donna, molti dicevano che ognuno poteva interpretarle a modo suo. È vero che quando non si capisce una cosa, gli si può dare altrettante versioni che si vuole. Per questo fin da Mosè si sono potute formare così tante sette nel mondo, ma che potevano rimanere solo fino a questo giorno in cui arriva quel che la Scrittura annuncia. Perché, contrariamente agli uomini nati da una donna, lui non vuole in nessun modo dare una particolare versione della Scrittura. Cinto con la forza, è soltanto obbligato a compiere ciò che è mostrato dal candelabro, che lo voglia o meno.
(2) Mosè ha scritto l'antico testamento e Giovanni il nuovo testamento. Ho detto che c'erano stati loro due nel mondo e il Figlio dell'uomo oggi, e che non ce ne saranno altri. Però, mi diranno molti, sappiamo che altri si sono alzati prima e dopo Gesù, e che hanno predicato cose diverse. Che ci rispondi a questo proposito?
Risponderò ampiamente a questo, ma non subito, perché vi chiederò di far appello prima alla vostra comprensione e su quello che sto per spiegare. Sappiate intendere tuttavia che il Figlio dell'uomo non è soltanto il profeta dell'occidente, perché è più che un profeta. È colui che viene ad illuminare le nazioni e salvare gli uomini del mondo intero. A voi dunque di vedere chi conviene ascoltare e seguire.
Il serpente originale
(3) Quando a partire da poche cose mi sono elevato nel cielo per esplorare ciò che ci si trova, vidi che un tempo il Sole era simile a Giove, poi a Saturno, poi ad Urano, e poi a Nettuno oggi. Mi proiettavo a quei tempi, accanto al Sole che non brillava ancora. In seguito vidi la sua atmosfera gigantesca esplodere. Quello illuminò il nostro astro del giorno. Il soffio di questa esplosione spinse anche i suoi satelliti: i pianeti. La Terra, uno dei suoi satelliti, fu spinta in questo modo e fece degli andirivieni accanto a lui, che progressivamente diminuirono di ampiezza fino a svanire completamente. Vidi questo, e tutto ciò che si è prodotto nella famiglia solare come lo descriverò.
(4) Ma quando ritornai per scrivere dentro un libro tutto ciò che avevo visto nel cielo, e principalmente gli andirivieni che la Terra fece accanto al Sole, disegnai questi per rappresentarli meglio. Vidi allora che avevo appena disegnato un serpente che spiegava meglio di una bocca le opere celesti e terrestri, tanto erano grandi le rivelazioni che faceva e di cui ebbi paura. Lasciai questo serpente lì e fuggii lontano da lui, perché vedevo bene che spiegava l'universo intero! Mi ci volle qualche tempo per rimettermi dalle mie emozioni. Dopodiché ebbi bisogno di una testimonianza su ciò che avevo visto, e pure su di me che avevo scritto queste cose. Chi sono, mi dicevo, per dimostrare con evidenza l'intero universo? Gli uomini ignorano la verità, non è dunque verso di loro che bisogna girarmi. Guarda piuttosto la Scrittura, pensai.
(5) Cominciavo a percorrere le Scritture dal loro inizio, dai sei giorni della creazione ed il settimo giorno in cui Dio si riposò della sua opera. Nella mia prima lettura, non capivo il senso di quel che leggevo. Continuavo però e, arrivato a Mosè, vidi che parlava di un serpente: della sua verga che teneva in mano e che diventava un serpente quando Dio gli chiedeva di gettarla a terra. Questo mi divertiva e mi infastidiva allo stesso tempo, perché non ne capivo il senso. Malgrado questo, percorsi tutto il libro di cui parecchi passaggi riflettevano la mia immagine così mi pareva, che tuttavia non volevo vedere. Richiusi il Libro e lasciai passare i giorni sulla mia barca. Ma in seguito mi sono svegliato, perché mi sembrava che qualcuno mi avesse toccato la spalla, dicendomi che era l'ora di alzarmi. Quando fui svegliato, mi ricordai di questo famoso serpente che avevo disegnato e che mi fece fuggire lontano da lui. Mi ricordai anche del serpente di Mosè, come pure dei sei giorni e del settimo giorno della creazione che non avevo afferrato. Decisi allora di tornare a vedere la Scrittura.
(6) Tornai da prima sui sei giorni ed il settimo giorno, ma anche sul serpente, su questo famoso serpente che parla ad Eva. Poi osservavo ciò che faceva Mosè con il serpente che diventava una verga nella sua mano. Guardavo l'uno (i sei giorni) e l'altro (il serpente) parecchie volte. Poi, tenendo il Libro aperto ai due punti indicati, ridisegnavo il serpente tracciando così gli andirivieni della Terra (sconosciuti agli uomini) che rappresentavano le ere che nessuno poteva spiegare. Osservavo ancora una volta i sei giorni ed il settimo giorno, poi il serpente che faceva fuggire Mosè, come quello che avevo disegnato. La visione che ebbi mi fece allora cadere faccia a terra! Perché improvvisamente compresi quel che Mosè mostrava e spiegava, ma pure che aveva provato lo stesso timore di quello che avevo provato io davanti a questo serpente di rilievo che esprimeva tutto. Questa volta, avevo trovato quel che cercavo; cioè la conferma di ciò che avevo dimostrato, e chi era colui che l'aveva dimostrato. Ve lo dico, mai uomo sarà scosso come lo sono stato in quei giorni. Ne ero trasfigurato.
I segni della riconoscenza
(7) Quando fui rimesso dalle mie emozioni, rilessi parecchie volte le Scritture; ed, ogni volta che le leggevo, degli occhi si aggiungevano ai miei. E quando i sette occhi di Dio mi furono dati (le sette lampade del candelabro che illuminavano il mio volto) potevo leggerle correttamente, anche senza aprirli. Vidi inoltre che Dio disse a Mosè che al momento venuto susciterebbe un profeta simile a lui. Come allora colui che si alza a tempo potrebbe sapere se è questo profeta annunciato? È dunque questo famoso serpente che riunirebbe l'un l'altro, perché tutti e due hanno la stessa conoscenza delle opere del cielo e della terra. Dio mostrò a Mosè le conseguenze della sua scienza; e Mosè seppe allora che la Terra aveva fatto questi andirivieni che determinarono i giorni della creazione. Quanto a me, Dio non mi mostrò soltanto le conseguenze della sua scienza, ma il principio di esistenza di ogni cosa, cioè la sua scienza in sé con la quale crea tutte le opere. È allora che mi apparve che sono più grande di Mosè oggi. Parliamo delle stesse cose però, lui in un modo ed io in un altro, perché Mosè fu costretto a velare fortemente ciò che io oggi devo svelare apertamente. È ora in effetti di spiegare questi famosi sei giorni e questo settimo giorno che Mosè accennava.
(8) Mosè sapeva perciò che colui che verrebbe rivelare tutta la verità sarebbe nel suo giorno come suo fratello gemello. Per questo scrisse dei segni affinché si riconoscesse con certezza e si facesse riconoscere da tutti a tempo, coprendosi dei vestiti di Aaronne. Eccone i due principali:
L'Eterno quindi gli disse: Che cos'è quello che hai in mano? Egli rispose: Un bastone. L'Eterno disse: Gettalo a terra. Egli lo gettò a terra, ed esso diventò un serpente, davanti al quale Mosè fuggì. Allora l'Eterno disse a Mosè: Stendi la tua mano e prendilo per la coda. Egli stese la mano e lo prese, e nella sua mano esso divenne un bastone. Questo farai, disse l'Eterno, affinché credano che l'Eterno, il dio dei loro padri, il dio di Abrahamo, il dio di Isacco e il dio di Giacobbe ti è apparso.
(9) È difatti impossibile che Dio non appaia a colui di cui la verga si cambia in serpente, perché quest'ultima è l'espressione di tutto quel che avviene nel cielo e sulla Terra. Quanto intelligente sia, l'uomo non può scoprire la verità da sé; può solo scoprirla essendo condotto in lei dal Creatore, come lo fui io. Che significa dunque questo primo segno di cui il senso sfugge ad ogni uomo nato da una donna?
Eccone la spiegazione: al tempo dei faraoni dell'Egitto servile, Mosè aveva nella sua mano una piuma per scrivere con la quale fustigava coloro che sfruttavano altri uomini. A quei tempi, pochi uomini erano liberi e molti erano in servitù. La sua piuma era questa verga con la quale colpiva la Terra con la sua parola. Vedendo allora che Mosè s'insorgeva contro l'ingiustizia e la cattiveria, Dio si manifestò a lui e gli fece conoscere tutta la verità. Gli mostrò i sei giorni durante i quali Egli creò il mondo ed il settimo giorno, che è il giorno del suo riposo nel quale farebbe entrare tutti coloro che camminerebbero con lui. Questi sette giorni essendo inerenti, come l'ho detto, alle ere terrestri che, disegnate sulla terra, hanno l'aspetto di un serpente. È cosicché la sua verga si trasformò in serpente, e che quest'ultimo ridivenne una verga in mano sua.
(10) Mosè sapeva però, che nei suoi giorni, non era ancora venuta l’ora di far conoscere la verità agli uomini, e per questo motivo doveva scriverla in un linguaggio che poteva solo essere afferrato da colui che Dio invierebbe a tempo. Mosè allora velò le sue scritture in modo che servissero da testimonianza a colui che verrebbe a prendere in mano sua tutta la posterità di Abrahamo di Isacco e di Giacobbe, per farla entrare nel riposo di Dio, nel regno. È infatti soltanto lì che Dio può riposarsi di tutta l’opera che ha compiuto sulla Terra; perché, i suoi figli, conoscendo tutta la verità, come anche la legge della nuova Alleanza, non possono più abbandonarsi al male e distruggere ciò che Egli ha fatto.
(11) Dico ancora che in quest’unico libro, non posso spiegare la Scrittura nel suo dettaglio, se no bisognerebbe fare un’opera più grande del mare! Comunque, non imparereste niente di più di quel che dico nell’essenziale. Sappiate però che quando Mosè è chiamato da Dio sulla montagna del Sinai, mostra cos’è l’ascensione (l’elevazione spirituale dell’uomo), fin quando egli incontra il Creatore e sia affrancato dalla verità. L’uomo non vive solo di pane e ha bisogno di fare quest’ascensione. Avete letto che Dio chiama Mosè solo la prima volta e che lo richiama di nuovo con Aaronne questa volta, suo fratello. La spiegazione di questo, è che dopo essere stato ritirato dalle acque, cioè dal fiume della vita per vedere dove la sua corrente porta il mondo, Mosè fu elevato fino a Dio. Ne risultarono le sue scritture e indubbiamente la legge che aveva per scopo di mantenere gli uomini santi di spirito finché venisse colui che, all’immagine di Aaronne, spiegherebbe loro i segni e li condurrebbe in tutta la verità.
(12) Ci fu dunque un primo tempo, un tempo che durò fino a questo giorno in cui, questa volta, Dio chiama l'unto di Aaronne, quello che doveva venire e che per forza andrebbe all'incontro di Mosè. Perciò Dio chiese a Mosè di fare ad Aaronne indumenti sacri, per segnare la sua dignità e per servirgli di ornamento affinché proseguisse il suo sacerdozio. È evidente che non si tratta d'indumenti in tessuto come lo credono i membri delle sette, ma di vestiti spirituali che coprono il Figlio di dignità. Comprendete che Mosè ed Aaronne, suo fratello, sentono le stesse parole dalla bocca dell'Eterno, e di conseguenza camminano insieme, ma in due epoche diverse, lontane l'una dall'altra. Per questo le Scritture sono velate, e lo sono per permettere a colui la cui parola è parola di Dio di arrivare all'improvviso nel mondo, che è un mondo in fin di corsa e non avendo altra scelta che quella di ascoltarlo.
(13) Ecco adesso il secondo segno di Mosè che conferma il primo, particolarmente quello che li spiega:
L'Eterno gli disse ancora: Ora metti la tua mano nel tuo seno. Ed egli mise la sua mano in seno e poi la ritrasse, ed ecco che la mano era lebbrosa, bianca come neve. L'Eterno gli disse ancora: Rimetti la tua mano nel tuo seno. Egli rimise la sua mano in seno e poi la ritrasse dal seno, ed ecco che era ritornata come la sua carne. Or avverrà che, se non ti crederanno e non daranno ascolto alla voce del primo segno, crederanno alla voce del secondo segno. Ma, se essi non crederanno neppure a questi due segni e non ubbidiranno alla tua voce, tu allora prenderai dell'acqua del fiume e la verserai sull'asciutto; e l'acqua che avrai preso dal fiume diventerà sangue sull'asciutto.
Come il precedente, questo segno significa la stessa cosa per Mosè e per me; perché, metti la tua mano nel tuo seno, s'intende così: sonda te stesso per cercare quel che ho deposto nel tuo seno e scrivilo in un libro. È ciò che fece Mosè e che feci anch'io. Ma troppo adirato dalle infamie commesse nel mondo sotto i miei occhi, ma anche a causa delle grandi emozioni che suscitava in me tutto ciò che mi era rivelato, come mio fratello mi esprimevo con difficoltà. Le mie scritture si riempivano di lebbra, intendente d'insensatezze dovute alla colera. E, rimetti la mano nel tuo seno, significa: ricomincia le tue scritture per togliere questa lebbra. E ho ricominciato fin quando non aveste il libro di vita sotto gli occhi, potendo questa volta essere letto ed afferrato anche dai bambini. Perciò Simone, che è Pietro, è chiamato Simone il lebbroso, quello che porta la croce di Gesù.
(14) Avete capito questi due segni? Se non fossi il profeta annunciato, il maestro di giustizia e il fratello di Mosè, non potrei spiegarli. Ma come lui, Dio ha posto nel mio seno tutta la verità affinché io la pubblichi, e questo in un linguaggio semplice per chiunque sa leggere. È da molto tempo che la conosco, ma ho dovuto chiarire le mie scritture, come quando si passa il grano con un ventilabro. Solo i grandi giudizi sono quel che importa per abbracciare tutto l'universo ed afferrare il senso del fiume citato, che è il fiume della vita. È dunque in questo modo che vi condurrò in tutti i campi e materie dell'esistenza, fino al trionfo dell'essenziale. Non immaginate però che si possa conoscere l'essenziale per magia, perché colui che l'insegna ha per forza, tale Salomone, delle conoscenze illimitate in ogni cosa.
(15) Mosè non fu ritirato dalle acque, come lo s'intende nel senso letterale. No, ho detto che fu ritirato dalle acque del fiume della vita per vedere, dalle rive, in quale direzione scorre questo fiume. Significa che egli si è messo ai margini del mondo per vedere dove va il mondo e stanare coloro che lo portano alla perdizione. Ed è anche il mio lavoro e la ragione per la quale Gesù è seduto in una barca, un po' ritirata dal bordo, dalla quale insegna alla folla; perché è così ritirato che ho cominciato ad insegnarvi. Lì ancora, non siate come quelli che vedono Gesù insegnare la folla in riva al mare. Quelli lì lo vedono anche arrivare su nubi di angeli simili a stormi d'uccelli scendendo dal cielo, poi lo immaginano camminando sull'acqua tanto leggero quanto un insetto... No, Gesù cammina sul mare, perché è già elevato sopra ogni cosa dalle Scritture. Siate dunque più veri, se no diventerete come loro, e con loro sparirete dal mondo.
L'Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: Parla ad Aaronne e digli: Quando collocherai le lampade, le sette lampade dovranno far luce sul davanti del candelabro. E Aaronne fece così: collocò le lampade in modo che facessero luce sul davanti del candelabro, come l'Eterno aveva ordinato a Mosè. Or il candelabro era fatto così: era d'oro battuto; dal suo fusto ai suoi fiori era lavorato a martello. Mosè aveva fatto il candelabro secondo il modello che l'Eterno gli aveva mostrato.
(16) Questo prezioso candelabro di cui ho già parlato è anche uno dei segni della riconoscenza. Perché le sette lampade, come dirette verso uno stesso scopo, illuminano di fronte il mio viso. E con loro vedo ciò che scrivo. Ciascuna lampada è come una stella brillante, sono i sette nomi che ho già citato; perché è così e con questi sette nomi che l'Eterno ha chiesto a Mosè di prepararmi il candelabro che mi illuminerebbe. Ho dunque posto le sette lampade secondo il modello che Mosè mi ha preparato. Tutto questo candelabro, di un gran valore, mi illumina abbondantemente, perché con lui vedo chi sono e so dove vado. Non tralasciate ciò che spiego qui, perché tutto ciò che è detto sono tante testimonianze sulla mia persona e sull'esistenza dell'Eterno.
L'unica missione
(17) Ma, presi dai pensieri del giorno e portati via dalla corrente del fiume della vita, non potevate mettervi alla ricerca della verità. Se dunque oggi non fossi inviato per condurvi in lei, fra poco tempo non rimarrebbe più nessun uomo vivo. Ed è per questo che vi prendo dalla mano di Mosè nel deserto, per istruirvi e portarvi nel regno, perché siamo i due cherubini (i due angeli) coprendo il propiziatorio le cui due ali si toccano. Ed i segni che ho appena svelato esistono per rivelare il senso della nostra missione e confermarci agli occhi di tutti.
(18) Dio suscitò Mosè affinché tenga gli uomini in piedi fino all'arrivo dell'eletto, Emanuele, che, lui, li condurrebbe in tutta la verità e nel regno che è il settimo giorno ed il luogo del suo riposo. Dio ci fece salire sulla cima della sua montagna dove ci parlò faccia a faccia, perché abbiamo una missione comune. Senza Mosè prima ed Emanuele in seguito, il mondo non si capisce. Non potrebbe sussistere. Se volete concepirlo, i santi di spirito di questo giorno esistono grazie a Mosè e alla sua legge.
(19) Come fu per me, Mosè si alzò dopo quarant'anni di erranza nel deserto, perché senza la conoscenza della verità si erra nel deserto. Come me, non era anziano quando si è alzato, né portava una barba lunga. Simili ed usciti dallo stesso uovo, fianco a fianco avremmo l'aspetto di due gemelli. Lui fu suscitato per illuminare la notte, affinché possiate effettuare la traversata del deserto. E Dio ha fatto di me colui che i profeti chiamano la luce delle nazioni; perché, dandovi il pane del cielo ed aprendovi le porte del regno, faccio alzare l'aurora sulla Terra.
(20) Senza la conoscenza non si ha vita, benché si respiri, perché è da vivente che si scende nel soggiorno dei morti. E quando si riceve dall'alto il pane del cielo (la manna) che sazia colui che ne mangia, si aprono gli occhi. Si è allora illuminati e vivi questa volta, perché è da vivi che si risale dal soggiorno dei morti. Ma, aprire gli occhi in un mondo di tenebre che tocca alla sua fine, è morire per questo mondo, nel senso che ci si diventa estranei. È quello che mi è successo. Perciò Dio disse all'uomo: Il giorno in cui i tuoi occhi si apriranno, tu morrai. Tutto questo è scritto da Mosè e mostrato con la vita di Gesù, affinché si sappia da levante a ponente che sono veramente il Figlio dell'uomo che doveva venire a salvare il mondo. Perché sono crocifisso da ciò che so e vedo. Ed è grazie a questo dolore che posso scrivere, e che mi travolgerebbe se non lo facessi.
L'avvertimento di Dio
(21) Se durante tutti questi secoli passati nel deserto, foste solamente pervenuti ad afferrare che il Figlio dell’uomo è annunciato per i giorni della fine, allora avreste saputo che è alla volta la fine ma anche il principio: la fine di questo mondo e l’inizio del nuovo mondo. Così, oggi sareste pronti ad ascoltarlo ed a capirlo. Ma siete ancora in pieno deserto figli miei ed immersi in grandi tenebre, perché avete messo dei re in capo alle vostre teste affinché Dio non regni su di voi. E le conseguenze di una tal attitudine dovuta alla giovinezza del mondo, sono questa fine terribile che si sente già dietro la porta, pronta a colpire. Però, nel deserto che avete traversato tra Mosè e me, Dio ha detto:
Non camminate secondo gli statuti dei vostri padri, non osservate i loro decreti e non contaminatevi con i loro idoli. Io sono l'Eterno, il vostro Dio; camminate secondo i miei statuti, osservate i miei decreti e metteteli in pratica.
(22) Ma i vostri padri sono diventati duri d’intendimento, non hanno voluto ascoltare né afferrare il messaggio. Preferirono dei re che, dopo aver imposto i loro precetti ed i loro costumi, diventarono coloro che vi governano moltiplicando cento volte di più i misfatti di coloro che li hanno preceduti. Ed eccovi sempre nella servitù, seduti sul luogo del pedaggio (il luogo del tempo) tali Matteo e Levi che vi rappresentano; perché dovete pagare tutto, in ogni istante, fino all’acqua che bevete! Seguitemi dunque, dato che siete ugualmente seduti nella regione e l’ombra della morte, appena ai bordi dell’apocalisse che è un grande pericolo che non può essere schivato. Cosa direte adesso? Contro chi griderete? Voi dite: cantavamo i cantici che volevamo e Dio non ci ha udito! Abbiamo ballato e non ci ha visti! Facciamo ciò che vogliamo! Sicuramente, dopo avervi avvisati, Dio vi ha lasciato fare; ma vi ha visto fare le vostre opere e sentito cantare i vostri cantici diretti contro di lui. Accettate dunque che la fine sia quest’eterna lezione che il mondo ribelle doveva darsi, affinché l’orrore non possa tornare e che ciascuno si sottometta al suo Creatore e alle sue regole. Convenite anche che se non vi facevo il sermone sulla montagna, voi non fareste parte dei sopravvissuti.
(23) Per illuminarvi, non ho nient'altro ad insegnarvi che il cammino della vita mostrato da i sei giorni ed il settimo giorno, relativo alla creazione. Ma per insegnare questi giorni, quei giorni lì, non posso farlo che spiegando tutto l'universo di Dio; e questo dimostrando ciò che fu, che è, e che sarà fino al termine dell'esistenza della Terra. Devo anche svelare le Scritture che ne testimoniano e testimoniano dell'esistenza di Dio e di suo figlio che arriva a tempo. Nulla di quel che osserviamo può essere omesso in quest'insegnamento dei sei giorni e del settimo giorno che formano un serpente, perché è scritto: condotti nella verità, saranno tutti insegnati da Dio.
Lo spirito di Emanuele
(24) Benché molti aspettano il Salvatore che le Scritture annunciano per la fine dei tempi, nessuno sa come né sotto quale forma verrà. E, per molti, sarà un ostacolo e la pietra dello scandalo com’è scritto; perché, tra coloro che sperano nella sua venuta, alcuni scrutano il cielo per vedere se non arriva attraverso le nuvole; e gli altri si manifestano facendo segni di croce ed altre moine per mostrare la loro fede e che egli non li dimentichi. Altri ancora dicono, significando che non può più venire: è in mezzo a noi da più di duemila anni! Tuttavia quest’ultimi dimenticano che Gesù dice, alla fine del libro:
Ecco, io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere che egli ha fatto.
Ma in verità quel che temono di più, è che arrivi attraverso un uomo. Questo, perché gli uomini delle tenebre sono così tanto vanitosi che sarà loro difficile ad accettare di essere raddrizzati da uno di loro, anche perché si esprime con una mandibola d’asino e ruggisce come un leone. Tuttavia, affinché si sappia chi è colui che, come Mosè, verrà a colpire la Terra con la sua parola come una verga, la Scrittura dice con Isaia:
Lo Spirito dell'Eterno riposerà su lui:
Spirito di sapienza e d'intelligenza,
Spirito di consiglio e di potenza,
Spirito di conoscenza e di timore dell'Eterno.
Il suo diletto sarà nel timore dell'Eterno;
Non giudicherà secondo le apparenze,
Non darà sentenze per sentito dire.
Ma giudicherà i poveri con giustizia
E farà decisioni eque per gli umili del paese.
Colpirà il paese con la verga della sua bocca
E col soffio delle sue labbra farà morire l'empio.
La giustizia sarà la cintura dei suoi lombi
E la fedeltà la cintura dei suoi fianchi.
Si tratta qui della descrizione del figlio dell’uomo che è pieno di benevolenza a riguardo dei poveri che soffrono e gemono, ma non lo è affatto nei confronti di coloro che fanno loro del male. Sono buono per coloro che hanno buon cuore, ma non lo sono con coloro che hanno un cuore malvagio. Accettate dunque che la mia voce sia questa spada che non è diretta contro voi poveri sciagurati, ma contro quelli che vi fanno soffrire e che smarriscono la Terra ed i suoi abitanti.
(25) Quando ancora non si ha ricevuto il pane del cielo come cibo dello spirito, si digiuna. Ed avete digiunato fino a me, perché la manna che Mosè diede ai vostri padri non ha potuto saziarvi. Io, sono il pane vivente che scende dal cielo. E quando mi avrete mangiato, non avrete mai più fame né sete. Infatti, quando si è insegnati dell'universo di Dio, di tutte le sue opere e dei suoi disegni, non si ha più fame né sete di verità, perché la si conosce.
(26) Cessate allora di immaginare che il digiuno di cui parla la Scrittura sia l'astinenza dal cibo. No, questo tipo di digiuno non riguarda la profezia, ma soltanto coloro che non possono distinguere un profeta da una cavalletta! Io, vi consiglio di mettervi alla carestia se avete troppe rotondità o se siete ammalati, se no a cos'altro questo digiuno servirebbe? Capite ciò che dico e a chi penso? Penso anche agli insensati che non andranno nel regno se non ascoltano, me, ma ascoltano coloro che credettero essere profeti.
(27) Ogni stella illumina il suo pianeta blu, che è blu a causa dell'acqua che ci si trova. E su ciascuna di queste terre si trova un mondo vivente che segue lo stesso cammino di vita che seguiamo. Alcuni sono già passati per il giorno in cui siamo, che è il più temibile dei giorni, e gli altri ci passeranno. Su ciascuna di queste terre, Dio invia sempre i suoi due testimoni. Il primo per tenere gli uomini in piedi; il secondo per illuminarli, cambiarli in angeli, dar loro le regole dell'esistenza e condurli nel regno dei cieli. Il regno dei cieli s'intende anche sulla Terra, perché è il regno di Dio che si opera al momento venuto su ogni Terra che sono tanto numerose quante le stelle in cielo. Non ne dubitate, sarà dimostrato con evidenza e comprensibile per tutti.
(28) Con queste parole, giustifico Mosè e mi giustifico, benché io non abbia a farlo. Ma tra questi due testimoni che Dio invia separatamente ed in tempi differenti su ciascuna delle sue terre, è necessario che un terzo profeta si alzi per impedire l'impostura o rivelarla. Questo terzo profeta fu Giovanni. Era allora impossibile che altri profeti abbiano esistito su tutta la Terra, perché un altro non avrebbe potuto annunciare nulla di diverso da quello che Mosè ha annunciato sotto velo, e che ho appena rivelato alla sera del mondo. Così, tutti voi delle sette, sappiate in che ambiente vi trovate, e con quale spirito evolvete. Uscitene e conserverete la vita, rimaneteci e perirete: scegliete.
(29) Perché mi avreste interrogato sull'autenticità dei profeti venuti prima o dopo Gesù, ho detto che ne parlerò ma dopo che avrete afferrato certe cose. Ciò è appena stato fatto con la spiegazione del serpente che è stato mostrato solo a Mosè ed a Emanuele. Non è stato mostrato ad un altro o a parecchi altri. Sentite dunque quel che c'è bisogno di sentire a proposito dell'autenticità di coloro che dissero o dicono di essere profeti; perché chiunque ignora la significazione di questo serpente non può conoscere la profezia.
(30) Aggiungo inoltre che coprirsi il capo davanti all'Eterno, velarsi la faccia o prosternarsi davanti all'Eterno, questo s'intende spiritualmente, uomini di poca intelligenza! Ogni mattina, al mio risveglio, mi prosterno davanti a Colui che crea tutto ed anima tutto. Lo lodo costantemente per le meraviglie del mondo in mezzo alle quale Egli mi ha chiamato. Tutti i pensieri del mio cuore e del mio spirito sono rivolti a Lui. Ad ogni istante del giorno, ovunque io sia, qualunque cosa faccia, benedico il suo nome. Gli parlo senza rilascio in me stesso e apertamente, come un bambino parla a suo padre. Ma non mi copro il capo con un velo, né mi prosterno corporalmente davanti a Lui, perché gli sarebbe insopportabile. Che siate uomo o donna, vi consiglio dunque di coprirvi il cranio se mietete sotto il sole, o di velarvi la faccia se prendete un po' di miele da un alveare, o ancora di prosternarvi corporalmente se avete bisogno di render più elastica la schiena, se no a cos'altro tutto questo potrebbe essere utile? Insensati! Dio ha i simulacri in avversione!
(31) Ho spiegato che non può esserci altra religione che quella che consiste a praticare le regole che Dio ha riposto nel cuore dell'uomo creandolo. Queste regole sono la legge formata con le regole del buon senso e della saggezza che impongono loro stesse il più gran rispetto per tutto ciò che Dio ha creato. Senza leggere la legge di Mosè, non sapete da solo che è vergognoso e malvagio fare la guerra, dire bugie, arricchirsi, pigliare ciò che è di altrui, derubare, opprimere il suo prossimo, essere pettegoli, commettere l'adulterio, ripudiare, violare, distruggere, uccidere? Non ripeterò qui tutta la legge di Mosè; però quelli che vedono un'altra religione per l'uomo, che consisterebbe a fare simulacri e moine per attirare i favori del Padre, sono per forza coloro a trasgredire apertamente le sue leggi! Chi allora di queste sette o di coloro che seguono il Figlio dell'uomo può attirare i favori di Dio? Qui ancora, esaminate e scegliete.
(32) Non pensate più che l’uomo tenebre possa andare incontro a Mosè leggendo soltanto ciò che quest’ultimo ha scritto, perché si può solo andare da lui imboccando il cammino che ci conduce lì. Ora, tranne Emanuele, nessuno conosce questo cammino. Non abbiate dunque nessuna pretesa sugli scritti di Mosè, chiunque voi siate su questa Terra, perché non avete lo spirito di Emanuele per capirle.
(33) Inoltre, quando Mosè mi dice nella legge: tu ricomprerai il primogenito dell'asino con un agnello; e se non lo ricompri, gli spezzerai la nuca, che cosa dice? Qui si rivolge a suo fratello, ed io so quel che dice e che voi afferrerete con la legge del regno. Cercate dunque di capire che non potete leggere la legge di Mosè per intero, perché la parte destinata ad Emanuele è incomprensibile all'uomo nato da donna. Non credete però che Mosè mi detta ciò che devo fare. Certo che no! Ma mi assiste, affinché io sappia che le regole dell'esistenza che si trovano in me sono anche le sue e del tutto paragonabili.
(34) Dio non volle affatto che venissi solo in mezzo a voi, ma con mio fratello Mosè, affinché appaia a tutti che abbiamo per missione di salvare il mondo. Ed è il serpente che ci riunisce l'un l'altro. Mosè fece questo serpente in rame e lo mise in cima ad una pertica nel deserto affinché guarisse tutti coloro che lo guardavano. Ed io lo disegnerò in grande sul muro della vostra casa, affinché questa volta vediate tutta la verità in una sola immagine. Questo è un immenso prodigio, perché avrà anche l'effetto di guarirvi dalle vostre infermità, e di tenervi gli occhi aperti per sempre. Cammino con Mosè e non solo. Ed insieme saremo vittoriosi del mondo di Satana.
(35) Sappiate già che nel regno, voi che mi seguite e sopravvivrete alla fine, vivrete tutti con la legge del cielo e non più con le leggi degli uomini che sono costrittive, distruttrici ed immorali. Ma so che ciascuno di voi si chiede se sarà eletto per il regno. Siate senza timore, sto per mostrarvi chi è santo ed eletto, e chi non lo è. State così per sapere se siete dalla parte buona, verificando in voi stessi se il vostro cuore è conforme a Dio e al suo regno, perché Mosè ha detto:
Circoncidete i vostri cuori.
Esaminiamo allora di che cosa si tratta. Perché sembrerebbe che nessuno si sia ancora accorto dell'importanza di questa parola, facendo che oggi un uomo e una donna ogni due saranno presi, ed un uomo e una donna ogni due saranno lasciati, come Gesù l'ha annunciato.