La creazione del mondo

Che si sia credente o no, è bene leggere il Libro di Vita dell'Agnello per intero, perché eleva progressivamente quello che lo legge e risponde alle domande che ci si posa sull'Universo, sullo spirito celeste che lo abita e dal quale si esiste, come sul mondo, sull'Uomo e il suo destino. Ma questo capitolo 17 del Libro di Vita che riguarda la creazione del mondo è comprensibile solo con i precedenti, e soprattutto i seguenti che provano la sua realtà.

Concezione e creazione del mondo

(1) Durante la mia ascensione nel cielo, vidi che gli uomini furono creati all'inizio dell'era quaternaria. In seguito, sulla lunga strada che mi portò all'incontro di mio fratello, le esaminavo con molta attenzione. E vidi che qualunque fossero il loro paese e il loro colore, tutti portavano in loro le regole di vita dell'umanità rivelate dalla circoncisione del cuore. Vidi pure che queste regole erano scritte nella legge di Mosè che molti trasgredivano perdendosi e condannando il mondo. È una gran disgrazia, mi dissi, perché credono fermamente che sono oggi gli uomini più intelligenti che la Terra abbia mai portato! Bisogna dunque che tu li faccia risalire alle loro origini, affinché vedano infine ciò che costa loro obbedire da sempre ai capri che regolamentano la loro vita ed i loro pensieri.

Lo spirito di gruppo

(2) Ma per afferrare gli inizi del mondo terrestre, bisogna sapere che esistono da sempre tante terre abitate nel cielo quante ci sono stelle, e che questi mondi sono tutti legati tra loro dalla materia che compone lo spazio, e con la quale gli astri si formano. Dunque non immaginate più lo spazio intersiderale (tra gli astri) e intergalattico (tra le galassie) sprovveduto di materia. Immaginatelo al contrario interamente costituito di questa materia eterea e sottile (l'essenza) a partire dalla quale gli astri si formano e si rinnovano, essendo tutti connessi. Così, sarete pronti a capire il seguito delle spiegazioni.

(3) Bisogna ugualmente sapere che le onde sono vibrazioni della materia, e che se alcune tra loro si propagano nello spazio, è grazie a questa essenza che compone quest'ultimo. Ora, da tutti gli esseri viventi emanano onde, specialmente quelle che formano il pensiero umano. Lo spirito è il pensiero che risale da sé e che vola via per lasciare il posto ad altri pensieri che si innalzano a loro volta, creando così una corrente di pensieri in sé e fuori da sé. È infatti necessario che il pensiero si evapori affinché possa rinnovarsi continuamente. Lo spirito emana dunque costantemente dall'uomo, come un profumo. E può fondersi con altri spiriti simili per farne uno solo e più grande che si chiama spirito di gruppo.

(4) Una persona sola e isolata può riflettere tranquillamente, ma non può farlo in mezzo ad una folla densa che gli risucchia lo spirito. Si può paragonare questa folla ad un incendio che aspira le piccole fiamme che lo compongono, o ad un gruppo che assorbe tutti gli individui che lo costituiscono. Uno spirito così formato è uno spirito gregario potendo cambiare una moltitudine in un solo organismo, come appare con un branco di cani che cacciano insieme, o attraverso un banco di pesci che si muove come uno solo, o in uno stormo di uccelli che evolvono nel cielo come un corpo unico, o in una moltitudine di lucciole che si illuminano e si spengono allo stesso tempo. Si può anche vedere ancora con altri esseri che, raggruppati e stretti, formano altrettanto un solo corpo e un solo spirito direttore al quale tutti obbediscono. Questa forma gregaria delle cose e degli esseri è generale nell'universo, perché tutto quel che esiste è composto in questo modo.

Lo spirito celeste

(5) Qual è il rapporto di questi fenomeni dello spirito di gruppo con il mondo e Dio? Ecco: come lo spirito risale dall'uomo, risale anche da una folla, da una città, da un popolo, di tutti i popoli della Terra e di tutte le terre del cielo. E le stelle hanno un soffio che propaga nello spazio questo spirito che risale dalle terre che illuminano e dei mondi che ci si trovano, sicché tutti questi spiriti aggiunti e mischiati non ne formano più che uno solo in tutto l'universo. Senza limite d'intelligenza e di grandezza, è lo spirito eterno dell'Onnipotente, questo spirito che crea un mondo vivente su ciascuna nuova Terra. Poiché il vivente che si trova all'interno degli esseri non viene dagli esseri ma dall'esterno, di tutto l'universo obbligatoriamente! Si tratta del soffio di Dio che esiste e si propaga dappertutto.

(6) Vediamo dunque, altrettanto a delle piccole luci raggruppate che si fondono in una sola grande luce, che gli spiriti degli uomini si fondono e formano uno spirito gregario immenso che si eleva nell'etere. Appare allora che tutti gli astri dell'universo evolvono in seno allo spirito celeste e che, benché unico, questo grande spirito è la somma dello spirito degli angeli che sono gli esseri umani i più numerosi dell'universo. Costoro esistono dall'eternità, perché Dio e gli angeli sono uno. Perciò gli angeli non si possono identificare che a Dio. Gesù lo spiega quando dice che è in seno al Padre e che il Padre è in lui; questo, perché i santi di spirito sono le dimore di Dio. Non vedete dunque un mistero nella risurrezione dei morti operata oggi dal Figlio che cambia lo spirito dell'uomo in quello dell'angelo. Dato che è anche per questa ragione che Dio disse ancora nella genesi:

Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo, perché nel suo traviamento egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni.

Questo, perché il tempo dell'uomo è corto. Non dura che poco nell'individualità e diecimila anni nel senso dell'umanità. Dopodiché l'uomo si illumina, il suo spirito cambia e diviene angelo, se no sparisce.

Formazione degli esseri

(7) Per afferrare la nostra propria esistenza su questa Terra e dissolvere le tenebre, siamo coscienti che la creazione dei vegetali, degli animali e degli uomini è il frutto di una volontà. Infatti, poiché nessuna creatura è potuta nascere di sua propria iniziativa da quando il Sole brilla e che la Terra ha dell'acqua, ci fu per forza bisogno di una prima iniziativa a partire dalla quale il mondo fu creato. L'iniziativa provenendo sempre da una volontà ed una volontà da uno spirito, questo spirito, che esiste dall'eternità e che creò il mondo, è Dio.

(8) Non essendo nati accanto all'universo ma nel suo seno, la nostra propria esistenza prova tassativamente che l'universo di Dio è vivente. Perché dico di nuovo che non si può essere viventi in un universo che non sarebbe lui stesso vivo.

(9) Ma, quando si aprono gli occhi sul reale, si vede allora che i scienziati sono molto lontani dalla verità. Essi non si rendono conto che prima di brillare il Sole era una stella in preparazione, come Giove, Saturno, Urano e Nettuno? Benché non ne abbiano conoscenza e non sappiano che la Terra fu stravolta dal suo posto quando il Sole si illuminò, e che fece così degli andirivieni che sono all'origine delle ere, non cessano però di affermare che sanno perfettamente ciò che fu l'origine del mondo... Così, non esitano a dire che tutti gli esseri furono prima marini e che, lungo le ere, uscirono progressivamente dal mare grazie al cambiamento del loro corpo che permise loro di vivere sulla terra ferma... Altri aggiungono, che dopo questo, alcuni esseri terrestri furono delusi e ritornarono marini...

(10) Sicuramente, gli esseri sono formati a partire dall'acqua liquida e dalle sostanze minerali che ci si dissolvono, ma questo tanto nei bacini quanto sulla terra! Vi sembra che sarebbe più facile ad un pesce prendersi dei piedi ed un naso per uscire dal mare dov'è stato formato, che all'acqua di farlo tramite le piogge e di produrre esseri viventi sulle terre emerse? Perché dunque solo l'acqua di mare produrrebbe esseri e non quella che forma i corsi d'acqua, laghi, stagni, paludi, e altri luoghi umidi dove si dissolvono altrettanto i sali minerali? Ci sarebbe qualche impedimento scientifico?

(11) In verità ve lo dico, gli esseri di questo mondo e dei mondi del cielo sono pensati e conosciuti da sempre. Perciò, sono composti a partire da quel che esiste nel loro ambiente originale, marino o terrestre, per poter viverci e moltiplicarsi. Nessun essere può dunque lasciare il suo ambiente con il quale fa corpo. Perché non solo non c'è alcuna ragione perché lo lasci, ma inoltre non può disporre dei mezzi per farlo.

(12) No, ogni specie ha la sua funzione nel mondo che Dio costruisce e la conserva. È per questa ragione che nessuna specie si modificò nel tempo, con adattamento di questa specie ad un ambiente diverso da quello delle sue origini e che gli sarebbe per forza stato ostile. Pensate che fu così però, a causa degli scienziati che vedono evolvere una creatura nel tempo, come lo fa una nuvola che passa nel cielo cambiando costantemente forma... Però, se le creature prime fossero diventate le seguenti e quelle che conosciamo oggi, non avrebbero dovuto passare lunghi momenti singolari ed incomprensibili, trovandosi tra la specie che lasciavano e quella che stavano per diventare?

(13) Se dunque, e come è affermato dagli scienziati, un'alga marina scelta dall'azzardo fu progressivamente trasformata in pesce osseo che, non potendo più rimanere nell'acqua, fu cambiato progressivamente in roditore terrestre, poi in scimmia media ed, in questi ultimi tempi, in grande scienziato, qual era dunque il numero di forme sconosciute di questa creatura durante la sua lunga evoluzione che la fece passare per tutti questi generi? Tali le forme variabili di una nuvola, questo numero è per forza illimitato...

(14) Se dunque c'è trasformazione continua delle specie in altre specie, perché allora sulla catena dell'evoluzione di una creatura non troviamo che le traccie di esseri conosciuti, e nessuna traccia delle innumerevoli creature intermedie che le separano? Queste creature intermedie e sempre diverse che non lasciarono nessuna traccia dei loro passi e delle loro ossa, sarebbero delle interspecie invisibili? Sono gli anelli mancanti! rispondono gli scienziati, senza prendere il tempo di constatare che gli anelli di una catena, loro, possono tutti lasciare le loro impronte sul suolo prima che la ruggine compia la sua opera.

La costruzione del mondo

(15) L'osservazione degli esseri anteriori o contemporanei mostra con evidenza che le specie sono state create come sono, in risposta alle condizioni di vita offerte, e che nessuna tra loro è trasformista né ebbe progenitori di questo genere. Tutte furono composte tali si conoscono, ciascuna a loro volta, a partire da quel che esisteva nel loro giorno, nella loro era, ed in funzione a quel che doveva essere il mondo. Questo fu così dal precambriano fino al quaternario nel quale ci troviamo.

(16) Ascoltatemi! Esistendo dall'eternità, Dio conosce da sempre i mondi che crea anche prima di crearli. Perciò, quando concepisce e dà forma ad una specie, lo fa in funzione di tutto ciò che esiste in quel giorno e di tutto ciò che esisterà dopo di lei. Attrezza dunque la creatura per nutrirsi di ciò che esiste nel giorno in cui la forma, e la arma anche per difendersi dai predatori che verranno in seguito.

(17) Porgetemi dunque l’orecchio, dato che il mondo non è il primo dei mondi del cielo, ma un mondo tra i mondi che esistono intorno alle stelle. Dio costruisce il mondo perché l'umanità venga e sia il suo tempio dove abita. Costruisce il mondo come l’uomo costruisce la sua casa che ha sempre rassomiglianze con quelle che la precedono e quelle che gli susseguono. Come l’uomo conosce la sua casa prima di costruirla, Dio conosce il mondo che costruisce prima d’intraprendere i suoi lavori. Quando l’uomo costruisce la sua dimora, non cambia le fondazioni in muri, né i muri in carpenteria o in tetto che non riposerebbero su niente. Dio fa lo stesso. Non cambia la forma delle specie che ha creato, e che hanno una funzione precisa, in altre specie finché l’uomo sia. Come costruite la vostra dimora, Dio costruisce la sua a sua immagine.

(18) Comprendete tutto ciò che dico? Dico che le creature sono pensate e che, per sopravvivere, sono composte in funzione a ciò che esiste nel loro giorno e di ciò che esisterà dopo di loro. Sono create secondo un ordine nel quale ciascuna trova la sua funzione e la sua ragione di essere com'è. È infatti la loro funzione nel mondo che determina in anticipo la loro morfologia, il loro metabolismo e le loro attitudini. Come fate una finestra in funzione al suo ruolo prestabilito nella casa e ai materiali esistenti, il Creatore forma un essere nello stesso modo.

(19) Dio è perfetto, e tutto ciò che concepisce e crea è perfetto. Perciò Egli tira dall'ambiente naturale l'essere corrispondente a quest'ambiente. Un pesce, un uccello è dunque un essere perfetto. Ed è perché è perfetto che può rimanere e perpetuare la sua specie. Ora, ciò che è perfetto è finito, compiuto, e non può essere modificato dall'interno né dall'esterno; se no questa perfezione se ne va ed porta via l'essere a più o meno lungo termine. Lo capite?

(20) Pensate sempre che l'ambiente naturale e l'essere tirato da quest'ambiente sono uno. Se dunque l'ambiente naturale di una creatura cambiasse, questa creatura, che è un essere compiuto fin dalla sua formazione, non può essere trasformata per seguire il movimento. Al contrario, ne subisce le conseguenze e sparisce. Un'altra è allora creata in funzione delle nuove condizioni di vita. Vedete come le forme, gli attributi e le attitudini di una creatura le sono date dall'esterno tramite lo spirito, in funzione all'ambiente dove è tirata per rimanerci.

(21) In base a quest'evidenza, non si deve più dire che una pianta o una bestia si è dotata lei stessa di attributi, o meglio che ha sviluppato una qualunque strategia per adattarsi alle condizioni nuove di vita. No, pensate piuttosto che è stata formata com'è, affinché sussistesse stabilmente nel suo ambiente naturale. Perciò, non affermate più che la natura ha dei poteri perché, il solo potere di cui dispone, è quello di conservare il suo carattere originale per rimanere.

(22) Attenetevi piuttosto a vedere che gli esseri sono delle composizioni ponderate, pensate e create da Dio nell'ordine originale al quale si riallacciano tutte le specie. Vedete pure che quando una specie era formata in un ambiente determinato, arricchiva in ugual misura quest'ambiente con la sua presenza a partire dal quale la specie successiva era creata, essendo ben spesso predatrice della precedente. Capite qui che la creatura è sempre la risposta giusta, e la somma di quel che esiste nell'ambiente dove è composta.

(23) Così, di composizioni in composizioni nuove, si arriva all'uomo che è la somma di tutte. È dunque posto in cima alla creazione, perché porta per forza in lui tutto quello che le altre creature riunite portano in loro. Essendo l'ultimo nato sulla Terra, l'uomo è l'erede di tutti gli esseri che lo precedono. Non è dunque una specie come le altre, perché non è né fondazione né muro né carpenteria né tetto, come lo sono le specie nel loro genere, è la casa tutt'intera nella quale Dio abita. Nessun altro essere poteva dunque essere creato dopo l'uomo che è per forza l'essere più grande che possa esistere. Qui o altrove, è sempre il rappresentante della Divinità.

(24) La Terra è uno degli innumerevoli giardini del cielo, a partire dall'acqua, dai minerali e dai cambiamenti climatici, si è continuamente arricchita di nuove specie finché l'uomo giunga. Vediamo cosicché senza i vegetali e gli animali che precedono Adamo ed Eva, questi non avrebbero potuto essere creati. Ed è affinché dominino su tutto, che Dio dette loro un corpo che si tiene retto; perché, retto, significa dominazione. Perciò le bestie che si spostanno faccia contro terra temono l'uomo, maggiormente perché risentono che è come Dio. In base a questo, più una bestia è intelligente più teme l'uomo e più volentieri si sottomette a lui, perché risente meglio delle altre bestie ciò che è stato appena detto.

(25) Lo studio dei cambiamenti climatici, consecutivi agli andirivieni che la Terra fece davanti al Sole, farà apparire più chiaramente ancora che le specie vegetali, animali o umane, non sono mai state l'oggetto di un cambiamento di morfologia o di attitudini, ma che furono tutte create secondo il loro genere, in funzione a ciò che esisteva nel loro tempo, e tali le conosciamo. Niente è cambiato in loro. Smettiamo allora di pretendere che l'uomo è una bestia come le altre, che camminava tempo addietro a quattro zampe e che si è eccezionalmente raddrizzato durante le ere, perché questo non rende splendenti d'intelligenza coloro che lo affermano, né li copre di dignità. No, lo studio degli astri ci mostrerà con certezza che l'uomo fu creato in quattro colori, poco tempo fa, e com'è ai giorni nostri.

Le differenze tra creature

(26) Dimostreremo pure che non c'è mai stato deriva dei continenti, ma soltanto la formazione di questi con cambiamenti di temperatura del suolo che le fece emergere dove sono. Quest'importanti cambiamenti di temperatura del suolo, dell'acqua e dell'aria che si succedettero lungo tutte le ere e che determinano anche il clima, fanno che tutto fu diverso dagli inizi fino ad ora. Di conseguenza, le creature che nacquero lungo le ere tutt'intorno alla Terra e in tutti i paesi, portavano obbligatoriamente in loro queste differenze che permisero la struttura del mondo e lo spirito che emana da lui.

(27) Ascoltate e capite: se due naufraghi si ritrovassero ciascuno su un'isola differente e volessero tutti e due costruire un'imbarcazione per salvarsi, non potrebbero farla che in funzione da ciò che offre la loro isola e non di quel che non c'è. Ma, anche simili, queste due barche sarebbero diverse, perché gli elementi per costruirle non sarebbero identici su ciascun'isola.

(28) Ebbene, è per queste stesse ragioni innegabili che esistono differenze tra le creature che non possono uscire assieme dallo stesso posto e da cose simili. Si avvera allora che tra razze, tra popoli, tra famiglie ed individui di questi popoli, ci sono differenze di percezioni, di deduzioni, d'interpretazioni, e di conseguenza di comportamenti. Quello arricchisce molto ed è perfetto per il mondo.

(29) Poiché è così per due esseri vicini ed originari dello stesso paese, sarà ancora più marcato tra due individui di razza diversa abitando fianco a fianco. Perciò, se un autoctono si conduce nel suo paese come conviene farlo con gli elementi che ci si trovano, lo straniero, lui, si condurrà come lo farebbe nel suo paese di origine. Questo non mancherà di creare fonti di conflitti, essendo lo straniero la cattiva risposta dei luoghi e del popolo.

(30) Con fraternità, si può andare in tutti i paesi del mondo a rendere amichevole visite ai loro abitanti e condividere il sapere con loro. Ma si getta il turbamento se ci si stabilisce il suo domicilio, e la confusione se ci si moltiplica. Dico che ciascun individuo deve abitare il suo paese di origine con il quale fa corpo e non quello altrui dove non c'è la buona risposta. Ritorneremo su questo dopo lo studio delle formazioni, e ciascuno capirà infine quel che è la gran discordia che regna sul far della sera del mondo, in tutte le nazioni.


Uno solo può insegnare razionalmente Dio e la creazione del mondo, il Figlio dell'Uomo: l'autore del Libro di Vita dell'Agnello dotato dello spirito universale. Ma per afferrare veramente la creazione del mondo e la sua diversità, è indispensabile leggere il suo libro dall'inizio alla fine e senza saltare nessun capitolo perché, comme si è detto, è solo da questa lunga evoluzione nella materia e lo spirito che si vede che la creazione del mondo non può essere altra che quella che è.

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