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Terza parte: Le regole dell'existenza

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Lo spirito e le regole

(1) affinché l'uomo non distrugga più la Terra nell'indifferenza di quel che sarà il divenire dei figli, dovete ascoltare con attenzione il Figlio dell'uomo in ogni circostanza. Su questo, Gesù dice:

Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Ed io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con voi e sarà in voi.

Vi trasmetto lo spirito di verità che è in me e che terrete in voi; in quanto, qualunque siano le vostre conversazioni, riguarderanno sempre il libro di vita dell'agnello, questo pane del cielo che vi era stato promesso per vivere eternamente.

(2) La nostra progressione nel reale si è effettuata come quella dei marinai che, dopo avere navigato a lungo con la stima, si orientano oramai con la bussola e possono anche conoscere la loro posizione esatta sulla distesa delle acque. Ugualmente, possiamo oggi situare la nostra famiglia solare sulla grande spirale del cammino di vita.

(3) Dopo aver così progredito nella conoscenza, oramai non vi è più permesso tornare indietro, in quanto il mondo è paragonabile ad una nave che se ne va irrimediabilmente verso una destinazione che non è più sconosciuta. Ma in questo mondo regna ancora la confusione e lo sgomento, perché ci sono quasi tanti piloti quanti capi della nazione! Possiamo quindi concepire una nave con una moltitudine di timoni diretti in tutti sensi? Dove potrebbe andare, se non sugli scogli? Tal è questo mondo, e i capi della nazione vogliono dirigere ognuno a modo loro, un mondo senza scopo e disorientato, sottomesso a tutti i pericoli.

La percezione del reale

(4) Per porre fine a quest'erranza e all'angoscia che suscita, dovete per prima concepire che non ci devono essere sulla Terra che regole comuni a tutti, facendo l'oggetto di una legge unica per tutti i popoli, e un solo direttore: il Cristo. Non è quel che dice Gesù e che spiega Mosè? D'ora innanzi, chiunque vede che non può esserne altrimenti, in quanto la continuità del mondo non poteva essere assicurata che dallo Spirito Santo. Questo nuovo spirito si forgia con la conoscenza e rende ciascuno di noi responsabile dei suoi atti. Per questo dovevate nascere di nuovo affinché il mondo ridiventasse conforme alle ragioni per le quali è stato creato.

(5) L'intelligenza di un essere è la sua abilita, il suo savoir-faire che nasce dalla comprensione di ciò che lo circonda e dalle sue capacità ad agire. Ma se il suo spirito è riempito di forme d'intelligenza avendo un carattere distruttore, come lo è quello dell'incirconciso, non può che distruggere le opere di Dio e non preservarle. Ed è questo che perde il mondo nel quale regnano coloro che non sono santi di spirito, in quanto tutta la Terra è in pericolo per causa loro.

(6) Lo spirito, che emana da sé, è come una grande luce formata da una moltitudine di piccole luci raggruppate, perché è la somma d'intelligenza di ciascuna delle cellule che compongono la persona. Ed è questo spirito che permette di abbracciare tutto l'universo. Mentre l'intelligenza, che non è altro che il discernimento di cose contrarie (come il si e il no), ordina solamente i gesti in funzione a ciò che deve essere fatto. Lo spirito dunque, che è il pensiero e la coscienza, dota l'uomo della parola. Ma solo lo spirito distingue l'uomo dall'animale e non l'intelligenza, poiché sappiamo che ogni creatura sussiste con la sua intelligenza. Quest'ultima, che si sviluppa con le esperienze acquisite, basta dunque per vivere. Fino adesso l'uomo viveva con la sua intelligenza ma non utilizzava il suo spirito per conoscere l'universo e il posto che occupa in esso. Così poteva solo perdersi e condannare la sua posterità.

(7) La comprensione, che deriva da una buona percezione del reale, non riguarda dunque l'intelligenza ma la santità della persona. È così, perché l'intelligenza, che è propria a tutto organismo vivente, permette solo di provvedere alla sua sussistenza e di far fronte all'avversità. È quel che fanno gli animali di tutte le specie, come gli uomini di tutte le nazioni... E l'umanità ha vissuto così fino ad oggi, cioè in un modo animale. Ma è giunta l'ora per l'uomo di elevarsi con lo spirito, per uscire dalle sue insuffiscenze e di entrare nel mondo spirituale degli angeli, se no sparirà per sempre. Perciò vi conduco in tutta la verità.

(8) Sappiamo pure che il tatto, il gusto, l'udito, l'olfatto, la vista e altre sensazioni permettono all'organismo di percepire le cose esterne. Risentiamo così il reale con tutto il corpo; e il cervello, lui, coordina i comportamenti in conseguenza. Se non possiamo cambiare niente a ciò che siamo, possiamo nondimeno circonciderci per affilare le nostre facoltà di osservazione e di deduzione dalle quali scaturisce la luce. Dico che colui che scaccia i suoi cattivi pensieri, si dota di una nuova coscienza che gli permetterà di comprendere le cose celesti e terrestri, così potrà sondare le profondità di Dio e capire i valori dell'esistenza.

(9) Ho spiegato che il soffio della vita scende dall’alto sull’anima di ciascuno, e che lo spirito che ne risulta si fa in funzione di tutto ciò che abbiamo vissuto dalla nascita. Se dunque quel che abbiamo acquisito dall’infanzia è conforme alle regole che Dio ha posto nell’uomo creandolo, questo è buono. E lo spirito emanando dall’anima è un buon spirito, conforme alla Natura. Ma se ciò che abbiamo imparato e vissuto non è conforme alle regole dell’esistenza scritte nella carne, lo spirito che risale dall’anima è malvagio, com’è stato mostrato.

(10) Si avvera cosicché è il vissuto che determina il buon o il cattivo spirito di una persona. Tuttavia, che sia buono o cattivo, lo spirito non tocca all'intelligenza che è piuttosto ereditaria. Quel che vediamo molto bene con gli eloquenti capi dei popoli, ma pure con gli eccellenti scientifici e i capi militari di alto rango che impiegano una quantità considerevole d'intelligenza per portare e manipolare le potenti macchine da guerra e altri armi nucleari che metteranno un termine al mondo e alla loro esistenza... Così vedete, attraverso le loro facoltà, che l'intelligenza di un uomo non lo rende per forza santo di spirito.

(11) La vita è spirito e coscienza. In questo, il linguaggio è l'espressione dello spirito di un popolo e del paese che diede nascita a questo popolo. Il linguaggio è la parola. La parola, è lo spirito. E lo spirito crea il mondo. Dio è spirito. E la parola di Dio si fa ascoltare ovunque nell'universo. Per questo, conoscere Dio, le sue opere e i suoi disegni, è sufficiente per la coscienza, in quanto dobbiamo limitarsi nella comprensione. Per esempio, sarebbe utile sapere in che modo gli atomi si associano e reagiscono tra loro per formare un frutto? No, non è necessario e non siatene preoccupati; dato che se avevate una rappresentazione esatta degli atomi che danno forma, colore, sapore e odore ai frutti, non avreste piacere a coglierli; e la vostra conoscenza non ne sarebbe arricchita.

(12) Quando si è creatura, bisogna contentarsi di essere chiamati sulla Terra e di capire ciò che ci si trova, per gioire dell’esistenza. Non bisogna voler cambiare tutto; se no ci si lascia l’anima, per aver voluto, con Dio, rivaleggiare. L’uomo non è creatore, è creato. Non è costruttore ma, è costruito. In quanto l’uomo non si fa, esso è fatto. Non si è fatto venire sulla terra, ci è stato chiamato. Fate dunque prova di umiltà nei vostri propositi e non toccate più a niente, perché siete di passaggio nel mondo che deve dimorare e che non avete affatto creato.

La natura umana

(13) Essendo fatto di tutto, l’uomo porta in lui tutti gli elementi della natura che danno forma ai suoi geni. Per questo può fare tutto ciò che gli animali fanno. Mentre gli animali, loro, non possono realizzare ciò che l’uomo fa. Tuttavia l’animale può avere delle sensibilità vicine a quelle dell’uomo, in quanto ogni essere in carne reagisce con una coscienza più o meno diffusa da elementi affettivi. Ma, perché l’essenza dell’universo permette di esistere solo con un corpo di carne, non bisogna dedurne, tale i scienziati, che l’uomo è un animale come gli altri. L’uomo è un essere di carne certamente, ma di una grandezza che rassomiglia alla Divinità, così come l’abbiamo giustificato.

(14) Gli esseri sono parti integranti degli astri dai quali essi dipendono. Di conseguenza, creati in risposta agli elementi di vita procurati dalla Terra e il Sole, tutti gli esseri viventi sono dotati di sensi che li informano sul mondo esteriore dove evolvono. Hanno così più o meno coscienza della loro esistenza e dispongono dei mezzi per sussistere. Ma le bestie non sanno cosa sono, in quanto sono sprovviste di ragionamento. Però, riconoscono i loro simili per affinità e si giungono a loro. Vi è solo l'uomo provvisto di ragione che può immaginare ciò che non vede. È anche il solo ad avere coscienza della nascita e della morte, contrariamente alle bestie che, loro, non sanno che sono come lui di passaggio sulla terra. Cosciente del pericolo però, le bestie s'insospettiscono dei loro predatori. Ma quando una di loro è intrappolata, ignora che perisce, perché non sa cos'è la morte. In base a questo, e contrariamente a quel che affermo in parecchi, il mondo animale non è per niente un mondo crudele.

Regole e libertà degli esseri

(15) Per conoscere la grandezza umana, bisogna costantemente tenere a mente che nello spazio illimitato si trovano delle galassie senza numero che si rinnovano perpetuamente, e che sono costituite da famiglie stellari il cui scopo e far vivere un mondo, avendo sempre l'uomo al suo vertice. In quanto, così, vediamo che la materia e lo spirito sono insieme il corpo e lo spirito di Dio con i quali i vegetali, poi gli animali, e poi gli uomini esistono sulla Terra. Capiamo cosicché siamo un tutto e non una parte del tutto come lo sono le specie, e che le regole di esistenza degli animali sono pure quelle dell'uomo che le contiene tutte in lui. Perché non ci sono più generi di vita nell'universo, ma una sola vita comune a tutti.

(16) Perché la vita è la stessa per tutti gli esseri, le regole di vita di una specie sono obbligatoriamente contenute in tutti gl'individui che gli appartengono - Non saprebbe dunque esserci delle regole di vita particolari ed esterne ad un individuo o ad un gruppo d'individui isolati dai loro simili - Parimenti per l'uomo e la donna che non portano in loro le regole particolari e individuali, ma quelle dell'umanità. L'uomo deve allora abbandonare ogni sorta di costituzione o di legge stabilite da coloro che regnano nelle nazioni. In quanto queste leggi esterne ed estranee alla sua esistenza lo mettono in conflitto con se stesso e i suoi simili. Lo disorientano e lo obbligano a saccheggiare tutto, finché venga la fine.

(17) Ma qualunque siano gli esseri, le loro regole di esistenza sono innate; perché creandole, Dio ha anche dato loro i mezzi per sussistere. Per esempio, sappiamo che le formiche portano naturalmente in esse le regole di vita dell’intero formicaio. Non hanno, per questo, alcun bisogno di essere comandate da altre. Lo stesso, i topi portano in ogni loro cellula le regole di vita della loro moltitudine. I leoni hanno ugualmente in loro le regole di vita da leoni, e le bestie a corna quelle che li sono proprie. I pesci hanno delle attitudini e disposizioni appartenenti al loro genere. Gli uccelli hanno ugualmente le loro che consistono a trovare il cibo, a costruire nidi, deporre le loro uova, covarli ed educare i loro piccoli finché prendano il loro volo e perpetuino la loro specie. Tutte queste cose vi sono perfettamente conosciute. Però, voi ignorate sempre che gli uomini hanno ugualmente nella loro carne le regole di vita dell’umanità! Come vedreste allora che queste regole sono tutte cancellate da coloro che li governa? Quest’incomprensione non è un’enigma, un mistero, per un essere dotato di ragione?

(18) Perché dunque l'uomo carpisce facilmente le regole di vita delle piante e delle bestie, come l'indispensabile libertà originale nella quale possono essere praticate, e non percepisce le sue e ciò che è questa stessa libertà? Questo scaturisce dalla vanità di cui soli gli uomini sono provvisti. In effetti, è vedendo che è la creatura pensante, la più grande e la più intelligente di tutte, fino al punto di produrre armi nucleari potendo devastare interamente il mondo in un instante, che credé fin da sempre poter stabilire senza danni le sue regole. E si fece delle leggi, che sono per forza contro natura, come lo vediamo.

(19) Quest'attitudine è una confusione, provenendo nel contempo dalla sua intelligenza e dal suo rigetto di Dio. Benché sappia che è una creatura pensata, l'uomo si sforza con tutti i mezzi di credere che è il frutto del caso, potendo quindi permettersi di tutto, fino a cambiare la natura e condannare di proposito le generazioni avvenire. Agisce così, per non sentirsi sotto un giudizio, in quanto è certo che il caso non può giudicare nessuno. Grande è la sua vanità, spesse sono le tenebre e terribile sarà il suo castigo.

(20) Tutte le creature della Terra sono libere come l'aria, tranne l'uomo che s'impone delle regole estranee alla loro esistenza. Per intendere ciò che dico, pensate che se eravate, con il vostro consorte e i vostri figli, l'unica famiglia umana della Terra, tutto quel che fareste sarebbe dettato dai vostri bisogni e dal buon senso. Ne sarebbe così, perché non potreste che praticare le vostre regole interne che consistono a vivere nella libertà originale. Cercate allora di capire che non ci sono tipi di libertà, ma solamente la libertà originale. O si è liberi di fare tutto ciò che si vuole o non lo si è. Se non lo si è, si è per forza sotto la costrizione e il giogo. Ora, avendo un vitello d'oro come Dio, e obbedendo ai caproni che vi impongono delle leggi opposte a tutto ciò che fa che siete degli uomini, siete schiavi! Non potrete dunque praticare le regole dell'umanità che nella città santa del regno, costruita con lo spirito di verità.

(21) Non è nella natura profonda dell’uomo santo di spirito di far prova di amore in tutte le occasioni; come di saggezza, di rettitudine, di misericordia, di umiltà, compassione e carità? Sono gli effetti della circoncisione del cuore che determina i valori umani e gli atti di ciascuno, ed è da loro che risale la legge del regno. Ora, coloro che fanno del male alla Terra, alle piante, alle bestie e alla gente alla quale mentono, non sono circoncisi. Tutti avrebbero potuto diventarlo però seppellendo la loro vanità. Dunque nessuno s’interrogherebbe sulla giustizia, in quanto colui che è santo di spirito si comporta da uomo degno, e vive in armonia con l’intera creazione senza fare un torto a chicchessia. E nessuno s’interrogherebbe sulla pace, perché ognuno sarebbe libero di fare quello che gli piace, quando lo desidererebbe, e senza che ci sia bisogno di rendere conto dei suoi atti a qualcuno, o di pagare un tributo a chiunque.

(22) Vivrete così nel prossimo secolo, perché questa giustizia, questa libertà e questa pace che tutti gli angeli del cielo respirano, saranno protette dalla legge del regno. Questa legge impedirà la riapparizione di uomini gonfi di orgoglio che li toglie ai popoli dall'antichità. L'angelo si sottomette solo a Dio e non più all'uomo, suo fratello. L'angelo è la sua propria legge.

I fattori dello sregolamento

(23) L’abilità si sviluppa dalle osservazioni ed esperienze. Ma può essere distrutta dalla menzogna e dalla perdita di libertà che forzano l’uomo a fare quel che non gli conviene. Ed è quel che si è prodotto in più popoli a causa di coloro che regnano. Vediamo, in effetti, che rimangono solo alcuni uomini che ci sanno ancora fare per coltivare la terra e produrre ciò di cui hanno bisogno. Il savoir-faire se n’è andato, perché sotto le incessanti pressioni della menzogna, della subordinazione e delle rappresaglie, il buon senso è volato via. Pertanto è il disastro per molti paesi, che spingono i loro abitanti ad andarsene.

(24) Ma, benché simili, gli uomini sono diversi per le ragioni che abbiamo evocato in particolare per poter vivere sotto tutte le latitudini. Di conseguenza, non devono affatto abbandonare la loro famiglia, il loro popolo e il loro paese per andare a stabilizzarsi definitivamente altrove, dato che questo non li copre di dignità. Se lo fanno, saranno obbligati a perdere le qualità della loro razza in paesi stranieri che non possono offrir loro ciò di cui hanno bisogno.

(25) Quel che diciamo è illustrato molto bene dai conquistatori, questi uomini piccoli e vili che derubarono nel passato con la violenza i paesi altrui che colonizzano e sfigurano senza misurarne le conseguenze. La saggezza non facendo parte dei loro valori, il sito, la pianta, la bestia, e la persona aborigena spariscono dovunque s'installano. E si compiacciono a distruggere, per mostrare una specie di supremazia sul mondo... Caduti nell'istupidimento, la loro follia non può apparir loro, in quanto non è dato ai pazzi di sapere che sono pazzi. Tutta la Terra soffre delle loro infamie, ma il termine dei suoi dolori è arrivato, come in Noè. La legge di Mosè li giudica, e il loro castigo sarà alla misura di ciò che hanno fatto.

(26) Praticare le leggi umane, o abbandonare il suo popolo e il suo paese per andare a stabilizzarsi in un altro paese straniero, o ancora uscire dalla natura per ammucchiarsi nelle città, sono i principali fattori del sregolamento dell'uomo e della proliferazione oltraggiosa dell'umanità.

(27) Durante le tenebre, solo la libertà originale avrebbe potuto mantenere l'uomo integro e in numero giusto. Ma, non volendo affatto ascoltare i profeti né praticare la legge di Mosè, gli uomini seguirono Caino e i suoi figli che li fecero uscire dalla natura per ammucchiarsi come cavallette nelle città dove più niente appare a loro, neanche più le stelle! Però è innegabile che in una città di vari milioni di abitanti, di cui ci vogliono sette giorni di marcia per farne il giro, si è ancora più lontani dall'ambiente originale che se si abitasse la Luna! Si è allora estraneo al proprio paese e a tutto ciò che rinchiude. Quel che non può durare per sempre, in quanto non sono queste città rumorose e fumanti che possono essere il divenire costante degli uomini, ma solamente la città santa con le sue tre parti.

(28) Solo Dio può illuminare i popoli e riunirli intorno al suo nome per tenerli liberi e in pace. Nessuno né nient'altro al mondo può realizzare questo prodigio, che comincia con la resurrezione dei morti. Non guardate dunque più indietro ciò che fu, quello si è prodotto nelle tenebre e non ritornerà più. Gesù lo raccomanda, e dice:

Nessuno che ha messo la mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio.

Se aiutate il Figlio a vincere il mondo e a costituire il regno di Dio, voi così mettete la mano all'aratro. Dunque, dovrete guardare solo dinanzi, in quanto non potrete più vivere come lo facevate non conoscendo affatto la verità.

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